Brunelli e Ghelfi: due visioni originali della realtà fisica e mentale

A Pontremoli successo per la mostra di opere dei nostri due collaboratori

Brunelli e Ghelfi: due visioni originali della realtà fisica e mentale

È stata inaugurata giovedì 11 ottobre, in via Cavour a Pontremoli, la mostra delle di pitture Gianpiero Brunelli, vignettista del nostro settimanale, e di Roberto Ghelfi che sul Corriere Apuano documenta la storia e le forme di ville della Lunigiana. La loro generosa e gratuita collaborazione è stata ricordata dal direttore Antonio Ricci, che con questa mostra ha inteso dare possibilità di conoscere i due anis1i sono al1ri aspetti della loro creatività e umanità.

Gianpiero Brunelli, progettista di interni, ha spiegato il suo percorso dalla pittura figurativa a quella dell’astratto, che è però di verso dalla "poetica" del movimento propriamente definito Astrattismo. Ha fatto una scelta trattando la materia e il colore per portarsi oltre il figurativo in un percorso entusiasmante e insieme carico di tensione, di ripensamenti come sempre succede quando si percorrono i sentieri aperti della novità, solo l’urgenza di dare segno a intime emozioni. Quella di Brunelli è pittura non casuale, è una ricerca continua per fissare all’interno di sé riflessioni, fantasie, dimensioni dell’anima, paesaggi mentali “visionati" oniricamente o trasfigurati dopo averli individuati dal vero dei ricordi o delle presenze dirette. Si possono intendere relazioni analitiche col linguaggio della più pura “astrattezza" che è quella della musica (così diceva il grande Kandinskij), ma che rende la meraviglia della realtà. Il "saper vedere" è l ‘identità della pittura della poesia; nelle varie tendenze del Novecento è stato fissato, come su una lastra, anche quello che non si vede, "l’aldilà delle cose", l’oltre. L’astratto di Brunelli è in realtà un concreto esprimere aspetti della maceria, luoghi, appaganti suggestioni psicologiche, sul momento liberate dalla preoccupazione di soddisfare il gusto e la lettura da parce degli altri.

Roberto Ghelfi è giunto ad associare alla sua professione di architetto anche la dimensione speciale del disegno a china con pennino finissimo col quale cerca di “illustrare il territorio di una valle o di un percorso, suggerendo una visione unitaria dell’ambiente e delle sue componenti". Le vedute sono quelle della Lunigiana storica. Questo profilo operativo Ghelfi lo associa a ricerche per numerose pubblicazioni (a giugno è stato presentato alle Stanze del Teatro La Rosa il suo volume L’alta via dei monti liguri). Quando nel 1997 il Comune di Ortonovo gli affidò la redazione di pannelli illustrativi del territorio, Ghelfi scelse di e elaborare disegni che sono frullo di un’opera di studio che percepisce i particolari (rocce, boschi, sentieri, coltivazioni, nuclei abitati, tessiture dei muri, pievi, anse di fiume), seziona il paesaggio per piani prospettici, ne rileva le forme salienti, lo interpreta come organismo. I paesaggi in mostra sono la stampa su forex in dimensioni reali dagli originali creati per varie pubblicazioni. Sono una costruzione edificata tutta a mano dall’autore che, senza computer, usa sequenze di immagini che ne richiamano altre, colte nei dettagli formali che rimandano alla composizione generale: ne viene una bella ed eloquente forma-luogo con suo tessuto storico.